Io albero…racconto

Quercia 2

E se fossimo alberi…cosa penseremmo, quali sarebbero le nostre emozioni, i nostri pensieri?

Abbiamo provato ad immedesimarci in un albero, qui di seguito alcuni dei racconti che abbiamo poi realizzato.

Abeti

Mi chiamo Daniel, più precisamente Daniel Plop. Il mio cognome in moldavo significa Pioppo e quindi io sono un Pioppo e davvero grande. Vivo in una foresta, insieme a tanti altri pioppi. Ogni anno vedo i miei amici alberi che vengono tagliati e questo mi fa diventare molto triste. Su di me vivono due scoiattoli davvero carini; ogni giorno facciamo quattro chiacchiere insieme e ci diciamo tante battute, mentre loro sgranocchiano qualche nocciola. Ma tornando ai miei fratelli alberi, come ho già detto, ogni anno rimango sempre più isolato dagli altri e sono sicuro che prima o poi taglieranno anche me. Passa il tempo, mentre intorno a me cadono i tronchi dei miei vicini; solo i miei scoiattoli mi fanno ancora compagnia, ma sono sicuro che anche loro presto mi dovranno abbandonare. Un giorno mi accorgo che vicino a me sta crescendo qualcosa: è un altro Pioppo! Finalmente non sono più solo! I semi caduti continuano a germogliare, così negli anni successivi la foresta si  riempie di Pioppi e Daniel il Pioppo non rimane più solo.

Racconto di Daniel P.

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Sono un pino e mi chiamo Riccardo vivevo in una pineta insieme ai miei amici. Si stava avvicinando l’inverno, ma non ero preoccupato, perché i pini non perdono le foglie. Un giorno vidi degli uomini venire verso di me e i miei amici, quegli uomini cominciarono ad abbatterci: in quel momento ebbi paura e svenni. Mentre ero svenuto, sentivo il rumore di un camion che mi trasportava. Quando mi svegliai mi trovai in una casa piena di addobbi: era Natale. Vidi un bimbo venire verso di me e mi abbracciò; in quel momento fui così felice, che decisi di restare in quella casa. Passai molti anni lì, mentre vedevo i bambini crescere e i genitori invecchiare. Un giorno arrivò un uomo con un albero artificiale. La mia famiglia decise di comprarlo e mi rimpiazzò, mi buttarono sulla neve ed io ogni giorno avevo sempre più freddo. Un giorno arrivò da me una vecchietta, che mi trasportò a gran fatica sul suo camioncino. Mi portò al parco e mi piantò. Lei veniva ogni giorno al parco a prendersi cura di me. Dopo pochi anni purtroppo si ammalò e morì. Io ero molto triste e mi stavo ammalando anche io, perché solo lei si prendeva cura di me. Qualche mese dopo arrivò uno dei bambini della mia vecchia famiglia: lui era cambiato e quindi non lo riconobbi subito, ma lui si ricordò perfettamente di me. Chiese ai proprietari del parco se poteva portarmi via, i proprietari gli risposero di sì, perché mi stavo ammalando e nessuno voleva prendersi cura di me. Mi portò a casa sua e così vissi felice con lui e la sua famiglia per molto tempo ancora.

Racconto di Riccardo G.

hamburg-2717842_960_720Io sono un albero, un albero che vive nel bel mezzo di un grandissimo parco amato da piccoli e grandi. Sono parecchio grande e robusto anche se ho qualche braccio fino, penso di piacere lo stesso alle persone, ai bambini che giocano spesso. La mia stagione preferita è la primavera, perché le foglie mi fanno diventare più bello e curato, quello che non mi sento quando arriva l’autunno e poi l’inverno. Alla mattina spesso mi sento solo, perché al parco non ci viene quasi mai nessuno e non che mi dispiaccia, perché almeno posso riposare, però devo dire che quando sono in compagnia mi sento meglio e più apprezzato. Al pomeriggio qualche volta vengo svegliato durante il mio riposino e subito sobbalzo dallo spavento. Poi, però, mi accorgo che sono solo dei bambini che vogliono giocare con me, anzi con le mie radici! Ogni tanto mi fanno anche male, perché ci saltano su pensando di non farmi niente, ma non e così bambini! Nonostante questo, sopra di me sono sempre al sicuro, non per vantarmi, ma sono molto forte! Mi piace pensare di essere amico della gente che passa a salutarmi ed ammirarmi. Una cosa che mi fa impazzire, in senso positivo, è quando ci sono le gite scolastiche, che io amo perché i ragazzini vengono a studiarmi, vengono a studiare proprio me! Chi lo avrebbe mai detto! Ecco quando arrivano questi ragazzini io mi mostro più bello che mai, loro sono tutti pronti ad accarezzarmi e si divertono a farmi il solletico, staccandomi le foglie che ho, se le ho. Passo le mie giornate ad ammirare chi arriva al parco, ma spesso sento la stanchezza che parte dal busto e arriva fino alle mie radici. Sapete ho più di cent’anni!

Racconto di Asia F.

alloro

Sono un Alloro che vive vicino ad un laghetto nel parco di Central Park. Mi piaccio perché sono sempre verde e i bambini vengono a giocare su di me per la mia bellissima forma a caverna. Ho tantissimi rami che arrivano quasi a terra. I bambini si rincorrono e giocano a nascondino dietro ai miei rami. Talvolta i ragazzi un po’ più grandi fanno a gara a chi si arrampica più in alto. Mi piace anche quando le mamme prendono le foglie dai miei rami per cucinare; mi sento utile per tutta la famiglia.

Racconto di Alberto Z.

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Io sono una Quercia mi chiamo Andrea e di solito, ogni mattina, viene uno scoiattolo che mi sveglia e si prende le mie ghiande. Io mi arrabbio, perché mi fanno male i rami. Così un giorno chiesi alla betulla mia vicina: “Cosa devo fare?”. Lei mi rispose: “Perché non fai amicizia con lui, così non starai più solo?”. Il giorno seguente vidi lo scoiattolo  e gli chiesi se volesse essere mio amico, lui mi rispose che andava bene. Un  mattino mi svegliai e sentii dei rumori rombanti molto forti; erano motoseghe e io sapevo che quello sarebbe stato il mio ultimo giorno di vita. Mi avrebbero tagliato per fare legname. Ero ormai rassegnato al mio destino, quando un bambino mi si avvicinò, abbracciò il mio tronco e mi protesse dicendo ai boscaioli di non tagliarmi. I boscaioli fecero contento il bambino che da quel giorno venne spesso a trovarmi e a giocare fra i miei rami, amici per sempre.

Racconto di Ardi T.

pioppo

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